Parliamo della legge 194

La Storia

Il 22 gennaio del 1978 viene approvata la legge 194 per l’interruzione di gravidanza , questa legge è stata ottenuta con un referendum proposto dai Radicali.
Fino al 1978 , l’aborto era considerato un reato “ aborto cosciente , non cosciente , istigato o auto-provocato.

Nel 1975 la Corte Costituzionale depenalizzò l’aborto cosidetto terapeutico sottolineanndo equivalenza fra il diritto non solo alla vita ma anche alla salute proprio di chi è già persona, come la madre, e la salvaguardia dell'embrione che persona deve ancora diventare”
Il dibattito si accese quando la Corte Suprema Statunitense collocò il diritto d’aborto all’interno del diritto alla privacy e negò lo statuto di persona al feto, la corte americana sancì quindi la libertà di scelta della donna nella sua sfera intima.

A livello Nazionale un ruolo decisivo lo ebbe la più grande strage chimica che colpì il nostro paese il 10 luglio 1976 ,quando un azienda chimica di proprietà Svizzera prese fuoco. I comuni limitrofi Seveso, Meda, Desio e Cesano Maderno vennero investiti da una nube di diossina, sostanza tossica per gli animali e per gli uomini in cui può provocando mutazioni nei feti se essa viene respirata dalle gestanti.

Così la corte di Giustizia autorizzò le interruzioni di gravidanza pur in assenza di una vera e propria legge, ma in seguito alle depenalizzazioni approvate dalla Corte Costituzionale .

Una forte pressione politica avvenne grazie al movimento Femminista che con i suoi slogan come “ IO SONO MIA “ O “ L’UTERO è MIO E LO GESTISTICO IO “ si poneva con forza per l’emancipazione puntando sull’unione e chiamando l’attenzione sul rivedicare la prioprietà dei loro corpi sottolineando il potere decisionale che esse volevano ottenere.

Oltre questo il Movimento Femminista ebbe un ruolo importante nel miglioramento delle tecniche abortive. Anche senza una legge si conoscevano delle tecniche come "il raschiamento “ un metodo barbaro con prezzi elevatissimi vista la clandestinità-

Ma cosa dice la legge 194 e cosa garantisce alle donne ?

Il 22 gennaio 1978 è stato un giorno importante per le donne italiane che raggiunsero un traguardo importante ed inviolabile.

I punti principali:

  • -  Diritto alla procreazione cosciente e responsabile

  • -  Riconosce il valore sociale della Maternità e tutele la vita umana dal suo inizio

  • -  Non è mezzo di controllo per le nascite

  • -  Lo stato, le regioni e gli enti sociali promuovono lo sviluppo di servizi socio-sanitari ( per

    evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite. )

Una parte importante della presente legge sono i Consultori istituiti in Italia il 29 luglio 1975 con apposita legge essi hanno il compito di assistere le donne in stato di gravidanza, garantendo aiuto psicologico e cure mediche, i consultori si potevano avvalere dell’aiuto di associazioni e potevano intraprendere laboratori e percorsi per aiutare le donne sia dopo la scelta dell’interruzione di gravidanza , che dopo il parto.

Nella seconda parte, si apre il paragrafo con le diverse regole per cui la donna poteva avere accesso all’interruzione di gravidanza, essa poteva rivolgersi ai consultori, al medico di sua fiducia, o recarsi in strutture ospedaliere attrezzate per l’operazione.

Tutte le strutture prima di procedere dovevano conoscere i motivi per cui la gestante stava scegliendo l’aborto come soluzione, se essa era una decisione dipesa dallo stato economico, dalla sua figura come lavoratrice, se invece soffriva di patologie psichiche e fisiche che potevano mettere a rischio la sua vita. Se i motivi non erano legati alla salute si procedeva rassicurando e proponendo soluzioni e aiuti economici e mostrando un percorso diverso dalla decisione di interruzione della gravidanza.

Dai colloqui si otteneva una certificazione con il consenso o meno del medico, se il consenso non veniva rilasciato, la gestante veniva rimandata indietro e gli si chiedeva di ripresentarsi dopo 7 giorni. In base a ciò le donne potevano anche cambiare e dal consultorio passare al medico di fiducia o alle altre strutture preposte con il foglio rilasciato in precedenza e così accedere all’intervento.

Tra le altre difficoltà che come quel tempo le donne incontrano anche oggi c’è quella

dell'obiettore di coscienza.

Per evitare le difficoltà chi era obiettore di coscienza doveva dichiaralo anticipatamente, così dalla presentazione della legge aveva un mese per dichiarare la sua obiezione che non doveva coinvolgere i consultori dove si garantiva per legge l’intervento.

I medici anche dopo il mese potevano dichiararsi obiettori ma prima di risultare tali doveva passare un periodo di 30 giorni, però essa risultava revocata anche solo se il medico dichiaratosi obiettore prende parte all’intervento.

Inoltre non può essere invocata, se ne va della vita della gestante e il loro intervento ne cambierebbe le sorti.

Ma davvero questa legge non va toccata ?

Da quando Giorgia Meloni è stata eletta premier, il dissenso sulle sue idee riguardo la legge 194 si sono fatte sentire , a dimostrazione di ciò in campagna elettorale alla domanda l’attuale presidente ha risposto riportando quello che dice la legge “ dare una scelta diversa se essa è possibile “.

Le proposte di legge invece potrebbero andare a cambiare un passo fondamentale considerando il feto aventi diritti , le donne che scelgono di praticare l’aborto si machierebberò dell’omicidio di primo grado.

Ma quello che è preoccupante se vogliamo usare questo termine è che all’interno di questo testo di legge non si parli di pillola del giorno dopo , di pillola abortiva ,ne di come intervenire in casi di stupro.
In diversi stati Europei su questo tema sono stati fatti passi in avanti, come vendere queste pillole senza ricetta , oppure accedervi avendo prima consultato il proprio medico.

Purtroppo in alcuni regioni Italiane queste pillole non si vendono più neanche con la ricetta, anche accedere all’aborto diventa difficilissimo dato dal numero di obiettori di coscienza o la totale assenza di consultori, così da creare una difficoltà nella difficoltà.

Inevitabilmente quello che è stato un grande traguardo per una generazione non deve essere ignorato ma attuato sempre meglio e in modo da non lasciare indietro il progresso.

Per questo vogliamo chiedervi, la legge 194 non andrebbe migliorata per garantire alle donne la totale proprietà del proprio corpo e delle proprie scelte ?

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